Sono anni ormai che sento ripetere quanto siano importanti le soft skill. È un bombardamento continuo che vede protagonisti anche molti miei colleghi accademici. Qualche giorno fa leggevo su LinkedIn l’ennesimo post che in modo definitivo dichiarava che “le soft skill sono le nuove hard skill”.
Non sono assolutamente d’accordo.
Secondo l’OMS, le principali soft skills includono:
Consapevolezza di sé.
Gestione delle emozioni e dello stress.
Empatia.
Comunicazione efficace.
Problem solving.
Pensiero critico e creativo.
Capacità decisionale.
Relazioni interpersonali positive.
Per chiarezza: le soft skill sono utili e importanti, ma non sono un rimpiazzo delle competenze professionali tecniche e disciplinari. È indubbio che si tratti di caratteristiche e abilità molto importanti per un moderno professionista. Ma “est modus in rebus”. Per esempio, un progettista di software o un gestore di una piattaforma informatica non garantisce un servizio o una prestazione adeguata perché è dotato di soft skill. Se non ha le hard skill necessarie per progettare, dimensionare e gestire in modo appropriato un sistema informatico minimamente complesso, non saranno certo le soft skills o, peggio, l’AI che garantiranno un risultato di qualità.
Lo stesso discorso si può ripetere per qualunque professione o settore economico: le capacità relazionali e in generale le soft skill non possono sostituire due elementi chiave:
Conoscenze tecnico-specialistiche. Definiscono il cuore delle competenze del professionista, si tratti di un progettistica informatico, un medico, un designer, un cuoco, un operatore di sistemi di produzione o un artigiano del legno. Alla fine, ci si aspetta (giustamente) che una persona sia capace di fare il lavoro che le è stato assegnato.
Conoscenze di dominio. Le competenze tecnico-specialistiche non si applicano in astratto ma in specifici domini applicativi. Un ingegnere informatico che operi nel campo della manifattura avanzata deve capire come funziona una linea di produzione e quali siano i problemi della logistica. Un operatore della finanza che voglia operare nel settore delle Piccole Medie Imprese (PMI) deve sapere quali sono le caratteristiche di queste realtà, i vincoli ai quali sono sottoposte, le dinamiche che le caratterizzano. E questo vale per tutti i settori dell’economia, anche quelli che si reputano essere (spesso erroneamente) poco “tecnologici” come l’artigianato o la cucina.
Quale può essere il punto di incontro tra soft skill e hard skill? Da sempre a me piace la metafora del modello a T. La barra verticale della “T” rappresenta le hard skill, le competenze chiave che definiscono il profilo professionale della persona. La barra orizzontale della “T” rappresenta le competenze che permettono alla persona di lavorare insieme ad altre persone e competenze. Le soft skill sono parte di questa barra orizzontale. La metafora del modello a T è utile perché tiene insieme le due dimensioni ma sottolinea che la struttura complessiva si regge sulle hard skill, l’asse portante che definisce il profilo e il ruolo del singolo.
La metafora ci dice anche come costruire profili professionali per la nostra società: è vitale avere professionisti che conoscano bene il proprio settore (per esempio, ingegneria informatica) e che sappiano lavorare bene con gli altri professionisti con competenze complementari (grazie alle soft skill). Secondo un’espressione che evoca bene questo principio, “devono sapere tutto di qualcosa e qualcosa di tutto”.
Inoltre, questa metafora sottolinea un altro aspetto importante. Spesso si parla di multidisciplinarietà e ci si illude che essa possa essere incarnata da una singola persona. In realtà, la multidisciplinarietà si manifesta in gruppi e team che uniscono persone caratterizzate da profonde hard skill e che sanno collaborare e lavorare insieme grazie alle soft skill.
L’aver dimenticato o sottovalutato le hard skill sta producendo gravi danni: mancano spesso professionisti in grado di fornire un reale contributo e valore aggiunto, persone che sappiano fare. Le soft skill non potranno mai sostituire le hard skill.