Quando frequentavo il liceo capii che c’è una malattia endemica che colpisce senza pietà gran parte della popolazione italiana (e non solo!): la mozionite, un male incurabile che ci obbliga a scrivere e proporre continuamente mozioni. È una malattia terribile che genera un bisogno irrefrenabile di proclamare ai quattro venti i propri sentimenti anche se si sa, con certezza e fin dal principio, che tale esternazione non servirà assolutamente a niente.
Al liceo facevamo mozioni su tutto: dalla fame nel mondo all’uscita dell’Italia dalla NATO alla lotta contro le multinazionali. Votavamo dopo accesi dibattiti. Poi si facevano volantini e “tazebao” e tutti tronfi e contenti rimiravamo i risultati strabilianti del nostro impegno.
Qualcosa di simile vidi fare in Consiglio di Zona. Venni eletto negli anni ‘80, se la memoria non mi inganna. Eravamo in minoranza, ma anche lì non perdevamo l’occasione per proporre mozioni su qualunque tema: dall’istituzione delle “car pool lane” nel territorio della nostra zona (ebbene sì, avete letto bene) a qualunque altro tema vi possa venire in mente.
E il Parlamento? Si votano mozioni che “impegnano il Governo” … a fare cosa? Niente, impegnano. Ma i parlamentari non perdono occasioni di struggersi per scrivere mozioni e per cercare di farle approvare.
Per non parlare dei talk show o delle interviste dei TG: è un flusso ininterrotto di richieste, auspici, dichiarazioni gonfie di retorica e qualunquismo che è impossibile anche solo pensare di limitare.
Se la mozione, l’auspicio, la richiesta, invece di essere sintomi di una malattia, avessero un qualche potere taumaturgico, il mondo sarebbe diverso. La fame nel mondo sarebbe scomparsa. Ci vorremmo tutti bene e saremmo tutti bravi e tolleranti. I cattivi non esisterebbero più e ci sarebbero soldi per fare qualunque cosa. D’altronde che serve per scrivere una mozione? Che vincoli ci sono? Nessuno. La nostra fantasia può sprigionarsi libera per creare qualunque sogno o desiderio o ambizione ci venga in mente, immaginare mondi meravigliosi, esplorare universi alternativi.
Il guaio è che questa malattia genera allucinazioni e illusioni che inebetiscono e confondono le menti. Per di più, è una malattia altamente infettiva che si diffonde sempre più, assumendo nuove forme sempre più perniciose e subdole. In particolare, lo sviluppo degli strumenti di Internet (dalla posta elettronica ai forum ai social) rende possibile scrivere qualunque cosa e distribuirla instantaneamente al mondo intero. È uno strumento di contagio che crea un mostro incontrollabile estremamente infettivo, capace di diffondersi in modo fulmineo ovunque.
E così sempre più viviamo di mozioni, auspici, richieste, sogni, inviti. Che poi ci sia un qualunque impatto o una conseguenza concreta è del tutto irrilevante. Aver fatto auspici o richieste attraverso una mozione costituisce il fine, il risultato, il compimento dell’impresa.
Intanto il mondo va avanti, con i suoi problemi, le sue sfide, le sue terribili miserie e gli irresponsabili egoismi ed odii, irrangiungibili e immuni al profluvio di mozioni e di parole che generiamo quotidianamente.
Perché, in realtà, non scriviamo mozioni e non esterniamo i nostri pensieri per ottenere un risultato, ma solo per tacitare le nostre ansie, gestire i nostri sensi di colpa, esorcizzare le nostre paure ed insicurezze.
È così anche per questo post. So benissimo che non potrà cambiare questa assurda realtà nella quale viviamo, ma è uno sfogo che mi permette di anestetizzare la mia ansia ed insoddisfazione.
Prendetelo come una mozione, suvvia.
L'unica mozione che ritengo assolutamente insostituibile è quella globale di sfiducia a questo governo a quello israeliano ed a quello americano